domenica 9 novembre 2014

LUMACHE: Coltivazione

L’ antenato più antico dell’elicicoltore moderno è Fulvio Lippino del 49 a.c.Nel “Naturalis Historia”, di Plinio il Giovane, si narra che Fulvio Lippino aveva molti possedimenti tra cui uno a Tarquinia in cui allevava diverse specie di chiocciole nutrendole con farine di cereali ed erbe aromatiche, facendo conoscere questo meraviglioso alimento anche in Gallia, trasmettendo la sua passione a tal punto che in molti copiarono i suoi allevamenti all’epoca chiamati cochlearia”.

Ci sono tracce di lumache nei libri antichi di ricette:le chiocciole erano apprezzate persino dai Romani, nel  “De Re Coquinaria” di Apicio, c’è una narrazione che vede le lumache spurgate nel latte per diversi giorni prima della cottura e poi una volta gonfiate a tal punto che non rientravano nel guscio, le friggeva o le arrostiva servendole con varie salse”.
Questi piccoli animaletti terreni sono stati sempre protagonisti di
diatribe gastronomiche, considerate a tratti prelibatezze senza eguali ed a tratti piatto popolare e per bifolchi; addirittura Mosè nella Bibbia le descriveva come un alimento impuro. Per passare a tempi più moderni, è l’ottocento a porre indiscutibilmente le lumache in un ipotetico piedistallo gastronomico. 

Il mercato delle chiocciole da gastronomia negli ultimi anni ha subìto notevoli trasformazioni. E’ a partire dai mutamenti degli anni ’70 dettati da legislazioni che quasi proibivano la raccolta delle lumache, che nasce l’allevamento a ciclo biologico completo per sopperire alla diminuzione e alla mancanza del prodotto che prima poteva essere reperito in natura. Dagli anni settanta ad oggi si è assistito ad un costante aumento dei consumi delle chiocciole da gastronomia crescendo anche le tecniche per chi come me vuole muoversi sul mercato italiano a bassi costi e nel rispetto più totale dell’ambiente, dando così vita ad un prodotto si più caro, ma con qualità e caratteristiche senza dubbio superiori al prodotto raccolto in natura.



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